Mi piacerebbe poter inserire, prima di queste
righe, l’intero articolo che ho scritto esattamente un anno fa su questa
rivista e riguardante MusicAttiva e i ragazzi del Laboratorio
Creattivo. Che tuttavia si può recuperare sul sito www.portalecittadino.it.
Perché
dico questo? Semplicemente perché in quell’articolo sottolineavo
l’ottimo – a mio avviso – lavoro svolto dal Laboratorio nel corso del
tempo, mantenendo alti i loro standard in tutte le edizioni di
MusicAttiva (sempre ricordando che il loro lavoro e gli eventi
organizzati non si limitano esclusivamente a questo evento), nonché il
valore che hanno le loro manifestazioni il cui scopo è non solo quello
di intrattenere ma di porgere un’offerta culturale sicuramente notevole e
tra le migliori che si hanno nel nostro paese.
L’edizione
di quest’anno, giunta al settimo appuntamento, ha dato spazio al
progetto “Ballads Duo”, composto da Francesco Di Bella dei 24 Grana e
Alfonso Bruno, i quali lo scorso 9 luglio hanno aperto il concerto di
Manu Chao a Napoli, mentre invece in questa occasione loro erano la
portata principale di un evento che è stato a sua volta aperto (ma anche
chiuso, a gran richiesta dal pubblico) da “il cerchio del pozzo”, cover
band di De André che il CittadinoNews ha intervistato qualche mese fa e
che si è generosamente concessa fino all’ultimo, quasi come se non si
volesse permettere la fine di quella serata così coinvolgente. Del
“Ballads Duo” ne parla lo stesso Francesco nell’intervista che ci ha
concesso: rimandiamo quindi alle sue stesse parole la possibilità di
approfondire l’argomento. Il progetto è stato tuttavia, agli occhi e le
orecchie di chi scrive, un lavoro molto interessante di comunicazione
musicale: appartiene a quel settore cantautoriale più intimo e discreto,
quello costituito da una voce e una chitarra. Quello che in una maniera
quasi psicologica conduce più facilmente all’introspezione,
all’indagine di sé. E io credo che più di uno spettatore quella sera
abbia per un momento trattenuto il fiato, dimenticando perfino la
persona che sedeva accanto a lui, e si sia abbandonato a sé stesso in un
dialogo senza parole. Ancora una volta, la musica ha compiuto il suo
miracolo e se ne siamo stati partecipi lo dobbiamo al Laboratorio
Creattivo, da sempre particolarmente attento nella scelta di eventi con
tale qualità. Perfino un blackout – accaduto durante il concerto dei due
musicisti e che ha oscurato buona parte del paese – sembrava fatto
apposta per sottolineare l’atmosfera profonda e nascosta della serata.
Sembrava, ma non è così: speriamo solo che intoppi del genere non
capitino più.
Ma la serata non è stata solo un
più che gradevole appuntamento musicale: in una giusta sinergia di
intenti, a supportare e ampliare la manifestazione ci ha pensato una
collettiva artistica dal titolo “Ai poster l’ardua sentenza”, ideata da
Annalisa Mandarino e alla quale hanno partecipato grafici e artisti non
solo della provincia, ma anche di Napoli e perfino di Milano. Lo scopo
dell’iniziativa è stato quello di creare un’esibizione temporanea il cui
termine sarà dettato dal tempo stesso, vale a dire quando l’usura o
qualche altro motivo cancelleranno questo lavoro, esattamente come
succede a poster e manifesti veri e propri, che nell’ambito di uno
scenario urbano completano il paesaggio con il loro continuo divenire
altro da sé e da ciò per cui erano stati inizialmente creati. Accanto a
questa interessante iniziativa c’è stata inoltre quella organizzata da
Amalia Arminio di allestire un mercatino dell’usato, un’abitudine che
sta prendendo sempre più piede nella grandi città (un po’ per il fascino
del vintage, un po’ perché è un modo come un altro per combattere la crisi).
Iniziative
e persone si spalleggiano l’un l’altra, dunque, come del resto è giusto
che sia soprattutto in uno scenario relativamente piccolo come
Montecorvino: è davvero importante per questo paese puntare sulla
comunione di intenti, perché lasciare che tante intelligenze locali
restino isolate tra di loro non fa altro che indebolire ulteriormente le
risorse qualitative già limitate che abbiamo.